Manifesto

Siamo dei bottegai, lo siamo orgogliosamente da 50 anni, e i nostri punti vendita vogliono essere nient’altro che delle botteghe. Crocevia di produttori, abitanti del quartiere, sardi in partenza o di ritorno. Turisti. Un posto dove guardarsi in faccia, acquistare del buon cibo, godere della compagnia reciproca, scambiarsi delle storie.

Bottega nella più classica delle accezioni quindi: luogo di ritrovo, piccola piazza ideale.

Il cibo rappresenta il filo rosso di una ricerca che lega il nostro lavoro di selezione ai produttori e al loro territorio.

I prodotti cambiano di continuo, in base agli approdi dei nostri viaggi nell’isola e in giro per il mondo. Parliamo di piccole produzioni artigianali che ancora resistono; che, nonostante il mondo vada in un’altra direzione, continuano ostinatamente a raccontare quel territorio e a preservarne la natura e le tradizioni.

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Quello che ci piace offrire ai nostri visitatori è uno spaccato di realtà produttive che rappresentano delle vere e proprie forme di resistenza. Sono infatti i pastori, i piccoli vignaioli o le donne che a mano confezionano la nostra pasta a raccontarsi attraverso i loro prodotti. Raccontando se stessi raccontano una cultura antica con le sue forme di socialità, i suoi rituali, le tradizioni.

Racconto del territorio quindi, inteso come terroir *, alla francese: insieme delle caratteristiche specifiche di quel terreno, del suo clima, della sua geografia e il modo in cui per secoli lo si è lavorato, rispettato e, dal quale, grazie al sapere umano, si sono ottenuti prodotti eccezionali.

Salvaguardia del terroir in risposta all’ omologazione dei gusti, alla deriva del cibo inteso come feticcio, gadget svuotato di ogni legame con la realtà.

Non siamo amanti delle guide o delle testate giornalistiche che influenzano, che giudicano il lavoro in termini di punteggio, stelline, bicchieri. Siamo contro il nozionismo e a favore della convivialità. Il cibo ci piace quando è vero, buono e inclusivo. E poi ci piace stare in mezzo alla gente, accoglierla ed entrarci in contatto, ascoltarne la storia. Diffidiamo di chi non sa stare attorno a un tavolo. Per noi il cibo è veicolo del viver bene la cui notevole portata emancipatrice è sottovalutata o fraintesa.

Proteggere le diversità – promuovendole – significa tutelare un territorio come quello sardo ancora molto ricco e poco conosciuto. Significa soprattutto salvare noi stessi godendo del buon cibo.

* spazio geografico delimitato dove una comunità umana ha costruito, nel corso della storia, un sapere intellettuale collettivo di produzione, fondato su un sistema d`interazioni tra un ambiente fisico e biologico ed un insieme di fattori umani, dentro al quale gli itinerari socio-tecnici messi in gioco rivelano un’originalità, conferiscono una tipicità e generano una reputazione, per un prodotto originario di questo terroir.